mercoledì 27 gennaio 2010
Le Radio Comunitarie in Ecuador
Contesto storico- politico
In Ecuador, l’attività delle radio comunitarie è legata al movimento indigeno, dei lavoratori e dei montuvios (i contadini).
La questione indigena è di estrema complessità ed ha delle radici storiche profonde, che risalgono alla dominazione spagnola e che rimangono irrisolte nel periodo dell’indipendenza.
Tutt’oggi la questione dell’esclusione degli indigeni è una tematica aperta in Ecuador.
Dopo tre secoli di dominio coloniale sotto la Corona Spagnola, l’Ecuador ottenne l’indipendenza nel 1822, in seguito ad una rivoluzione capeggiata da Simon Bolivar.
Subito dopo l’indipendenza, fece parte della Federazione della Gran Colombia.
La Repubblica dell’Ecuador fu costituita nel 1830, dopo lo scioglimento della Federazione della Gran Colombia e dalla sua fondazione si sono succeduti governi, che non hanno mai garantito la stabilità politica del Paese.
Dal 1830 al 1925 il partito dei conservatori, che governava il paese, mantenne di fatto la stessa struttura sociale presente durante il periodo coloniale: potere ai meticci, al clero e alla restante aristocrazia.
Sebbene, la legge del 1852 abolì la schiavitù nel paese, gli effetti di questa legge furono applicati soltanto ad un numero limitato di afro ecuadoriani.
Gli Indios non erano mai stati considerati schiavi dal punto di vista giuridico, ma di fatto non godevano degli stessi diritti civili dei meticci.
La prima Costituzione dell’Ecuador -1869- recitava che per essere cittadini bisognava essere di religione cattolica.
Non bastava, però, essere dei fedeli praticanti: gli Indios, a differenza dei meticci, non avevano la possibilità di coltivare delle terre e di godere pienamente dei diritti civili, perché considerati “anime da riscattare spiritualmente”.
Ciò avveniva attraverso il lavoro incessante della concertaje, un contratto di lavoro che impiegava la manodopera indigena nel settore tessile e agricolo.
Di fatto la concertaje era una legge che ampliava lo sfruttamento delle haciendas, istituite dalla Corona Spagnola, in seguito all’espropriazione di ingenti terre agli indigeni e l’esazione di tributi. Questo sistema si basava sullo sfruttamento della manodopera indigena contadina da parte dei latifondisti.
Nei primi venti anni del XX secolo, in seguito all’elezione dei liberali in Ecuador, furono introdotte delle leggi che estendevano il diritto di cittadinanza.
La Costituzione del 1906 introdusse la tolleranza religiosa, il diritto all’educazione primaria per tutti i cittadini, la libertà di stampa e il suffragio femminile. L’articolo 128, inoltre, limitava gli abusi della concertaje, che fu abolita nel 1918.
Di fatto lo sfruttamento nei latifondi ebbe termine soltanto negli anni ’60 del XX secolo, in seguito alla riforma agraria, ottenuta dopo anni di proteste da parte dei contadini, sostenute dai liberali, che puntavano ad una maggiore modernizzazione del Paese.
Le riforme agrarie del 1964 e del 1971 si rivelarono poco efficaci ed orientate a tutelare gli interessi dei latifondisti. Lo smantellamento di parte delle haciendas, soprattutto negli anni ‘70 e ‘80 fu possibile grazie al sostegno delle Ong, dei sindacati e dei settori progressisti della chiesa, che appoggiarono di fatto la nascita del movimento indigeno e la formazione di organizzazioni di base, come cooperative e associazioni , che diedero ai campesinos la possibilità di comprare delle terre in forma privata o collettiva.
Dal 1960 furono istituite le cooperative che potevano essere: di risparmio e credito, di produzione e consumo, di commercio per l’acquisizione della terra, costruzione di case o avvio ai progetti di sviluppo.
Il movimento indigeno nasce intorno agli anni sessanta, organizzato in associazioni, espressione della diversità etnica del Paese. Le più importanti rappresentavano gli Indios della Sierra e quelli dell’Amazzonia.
Nel 1986, le varie associazioni indigene si accorparono in un’unica organizzazione: CONAIE – Confederation de Nationalalidades Indigenas de Ecuador- ; nel 1996 il movimento fondò un nuovo partito politico: partito indigenista Pachakutik.
Il movimento indigeno si costituisce a tutela dei diritti civili e dell’identità delle comunità (las comunas) , spesso poco tutelate dalle leggi e dall’instabilità politica del Paese , caratterizzata da governi deboli, che non tutelavano gli interessi di tutta la popolazione.
Vedremo successivamente che il CONAIE sarà in prima linea contro le politiche neoliberiste dei governi.
Secondo il CONAIE la strategia politica neoliberista non è stata una valida alternativa al colonialismo. Il disegno politico di questa organizzazione si fonda sulla costruzione di uno Stato plurinazionale, ovvero uno stato che tutela la multiculturalità e la biodiversità.
La discriminazione degli Indios era presente anche nell’accesso all’istruzione. Sebbene le leggi garantivano a tutti la scuola primaria , non era possibile per tutti poterla frequentare.
In particolare nella sierra andina, dove molte comunità non avevano strutture scolastiche, oppure non erano raggiungibili per la mancanza di strade.
Un altro fattore di esclusione, in parte legato alla bassa scolarizzazione, era la lingua spagnola.
In Ecuador è presente il bilinguismo: il Kichwa, la lingua degli Indios, è parlata da 80.000 persone. Dopo l’indipendenza dalla Corona Spagnola, di fatto, la lingua ufficiale del paese rimase lo spagnolo, che però non fu mai condivisa da tutta la popolazione, soprattutto in Amazzonia.
L’uso della lingua spagnola negli atti giuridici, nell’istruzione e nei mezzi di comunicazione ha contribuito all’esclusione sociale di molti abitanti dell’Ecuador.
L’elevato livello di analfabetismo in molte comunità Indios e lo scarso accesso all’informazione portarono il movimento a dotarsi di propri mezzi di comunicazione, e la radio si rivelò il più adatto per l’oralità e l’immediatezza, e divenne uno strumento fondamentale per le strategie politiche del movimento indigeno.
Le prime emittenti radiofoniche furono Radio Latacunga, nella regione del Cotopaxi tra gli altopiani centrali, e Radio Esmeraldas, una regione della costa a nord del Paese. Queste due emittenti trasmettono da più di trent’anni.
Nel 1990, le Radio Comunitarie dell’Ecuador si riunirono in un unico coordinamento: CORAPE (Coordinadora de Radio Popular Educativa del Ecuador), riconosciuto legalmente dal Ministero dell’Educazione e Cultura, è un’organizzazione comunitaria, umanista, ecumenica e pluralista che risponde alle aspirazioni democratiche della cittadinanza.
CORAPE è l’unica rete in Ecuador che raggruppa tutte le radio educative, popolari e comunitarie a livello nazionale: attualmente ne fanno parte 45 emittenti, che rappresentano ventuno delle ventidue province dell’Ecuador.
Gli scopi di questo network sono di garantire la partecipazione cittadina alla comunicazione, avviare un processo di sviluppo sociale a livello nazionale, partendo dalla tutela dei diritti umani e dalla democratizzazione dell’informazione.
“Siamo convinti che fare comunicazione è un compito di grande responsabilità e che deve essere maneggiata dal contesto delle comunità ed attori sociali che l'originano, affinché non si perdano autenticità e valore. È importante ribadire che nelle nostre emittenti utilizziamo tanto lo spagnolo come il Kichwa , perché è la seconda lingua più parlata nel nostro paese.” (intervista a Don Eduardo Errero, direttore di Radio Latacunga)
La copertura CORAPE, copre il 30% nelle zone urbane e il 60% in quelle rurali.
A livello nazionale, per coordinare le emittenti, CORAPE lavora in reti tematiche e conta su una rete informativa quotidiana via telefonica e satellitare, affinché le radio affiliate possano avere accesso a tutte le notizie del Paese e dell’America Latina.
A livello mondiale le notizie possono essere reperite in tempo reale attraverso il sito internet: www.corape.org.ec.
Ogni rete ha una sua specificità.
La rete informativa nazionale è formata da tutte le emittenti affiliate a CORAPE e unifica l’informazione nazionale e locale, trasmette tre giornali radiofonici, due in lingua spagnola e uno in kichwa. Gestisce le notizie locali, nazionali e mondiali.
La rete Amazzonica approfondisce temi come: l’ecologia, il lavoro comunitario, la medicina alternativa e naturale, il turismo solidale e i diritti umani, soprattutto inerenti alla pluriculturalità e multiculturalità.
Inoltre, contribuisce alla diffusione e incorporazione della cultura amazzonica ecuadoriana nei processi di sviluppo regionale e nazionale, attraverso i mezzi di comunicazione comunitaria.
Attualmente conta l’appoggio di quattro emittenti affiliate:
• Radio Sucumbios, che trasmette nella provincia del Sucumbio;
• Voz de Zamora della provincia de Zamora Chinchipe
• Voz de Upano provincia de Morona Santiago
• Stereo Ideal provincia del Napo
La rete Amazzonica produce un programma settimanale, che, oltre all’informazione, ha una funzione di dialogo e incontro tra i vari settori locali e regionali per la promozione di progetti di sviluppo.
La rete Ambientale si occupa della diffusione di notizie a carattere ambientale, con l’obiettivo di costruire una cittadinanza globale, che sia responsabile e attenta alle tematiche legate all’ambiente.
La rete Kichwa tratta le problematiche della lingua kichwa: tutela dell’identità linguistica, della storia e cultura delle comunità indigene e superare le differenze linguistiche del kichwa parlato nella Sierra e quello dell’Amazzonia.
Trasmette giornali radio in lingua kichwa e musica indigena.
Questa rete è composta da sei emittenti:
• Radio Ingapirca (CAÑAR)
• Radio Latacunga (COTOPAXI)
• Radio Ilumàn (IMBABURA)
• Radio La voz de Guamote Ayllukunapak Shimi (Guamote) (CHIMBORAZO)
• Escuelas Radiofónicas Populares del Ecuador ERPE (CHIMBORAZO)
• Radio Sucumbíos (SUCUMBIOS)
• Dirección Nacional de Educación Intercultural Bilingüe (DINEIB)
Inoltre, la rete kichwa collabora con altre reti in America Latina, facenti parte del network ALER - La Asociacion Latinoamericana de Education Radiofonica.
La finalità di questa collaborazione è di stimolare l’intercomunicazione tra i gruppi kichwa e Quechuas, presenti in Bolivia e Perù.
La rete bi nazionale ha come scopo quello di contribuire al dialogo e alla pace tra Ecuador e Perù in seguito all’accordo territoriale, che pose fine alla guerra tra queste due nazioni, scoppiata nel 1981.
Rete migrazione raggruppa giornalisti esperti in materia di migrazione.
Ventitré giornalisti si sono qualificati in temi migratori per mettere a fuoco questo fenomeno dal punto di vista umano e non criminale ed in base ad un’informazione, che fomenti l'interculturalità e la libera mobilità delle persone.
Le finalità di questa rete sono di trasformare la migrazione in un elemento positivo, intesa come scambio culturale con altri paesi; incidere positivamente sull’opinione pubblica riguardo a temi come il diritto di cittadinanza, la mobilità come opportunità di sviluppo.
I processi migratori hanno sempre segnato la vita dell'Ecuador, intaccando le famiglie e la vita delle comunità. Tutti gli ecuadoriani hanno un parente, un amico o conoscente che vive all’estero. Si calcola che 3 milioni di ecuadoriani vivono fuori la loro nazione, di questi circa 700 mila vivono in Spagna.
Le massicce ondate migratorie hanno avuto delle ripercussioni sull'assetto sociale ed economico delle famiglie ecuadoriane. Sono i giovani che migrano alla ricerca di un lavoro e di certezze per il futuro, questo fattore ha contribuito all’aumento dell’invecchiamento della popolazione.
Inoltre, l’Ecuador sta affrontando la questione dei rifugiati politici colombiani, in seguito al conflitto civile in Colombia. Dal 2000 al 2006, 40.000 colombiani hanno chiesto ufficialmente lo status di rifugiati politici all’Ecuador.
La maggior parte dei rifugiati e immigrati non è registrata e vive nell’illegalità e le autorità sostengono che ci siano circa 500.000 cittadini colombiani in Ecuador.
Molti rifugiati sono militari e paramilitari colombiani. La presenza di gruppi armati colombiani preoccupa molto l’opinione pubblica, in particolare gli abitanti della regione del Sucumbios, che delimita il confine con la Colombia: Nueva Loja, capitale della provincia del Sucumbios, è stata nel 2006 un centro di assistenza per i militari colombiani.
L’aumento degli illegali preoccupa molto l’opinione pubblica dell’Ecuador. Secondo un’inchiesta condotta nel 2006, 74% è contro l’immigrazione colombiana e il 35% si è dichiarato a favore dell’espulsione dei colombiani illegali . Il nuovo governo di Correa sta valutando l’ipotesi di una sanatoria per gli irregolari.
La rete migrazione di CORAPE, in collaborazione con altre associazioni e ONG presenti nel territorio ha portato avanti un progetto "Piano migrazione, comunicazione e sviluppo", che ha come obiettivo la tutela degli ecuadoriani migrati all’estero e l’informazione sulle comunità ecuadoriane presenti in altri Paesi, in particolare in Spagna, dove la presenza degli ecuadoriani è maggiore.
Inoltre, collabora con ONG e Organizzazioni Governative che operano al confine con la Colombia, per assistere i rifugiati.
Il programma radiofonico “Callos y Guatita” apre dove dibattiti sui temi relativi all’immigrazione, emigrazione e rifugiati.
Le radio comunitarie si collocano in un’ottica di capacity building, sviluppo sociale attraverso la partecipazione diretta della popolazione.
Per questa loro specificità, il Coordinamento delle radio educative e popolari dell’Ecuador ha dato spazio alla rete dei bambini e adolescenti (niños, niñas y adolescentes), un canale dove i bambini, gli adolescenti e i giovani esercitano il loro diritto alla partecipazione cittadina all’informazione.
Programma radiofonico giovanile
Il progetto nazionale consiste nella formazione e rinvigorimento di Reti Giovanili di comunicatori e comunicatrici, a livello locale e nazionale e attualmente ne fanno parte circa 800 bambini, bambine ed adolescenti, ubicati in 15 zone geografiche del paese.
Il processo iniziò con dei gruppi presenti in diverse località e, la diffusione a livello nazionale via satellite, ha avuto un buon impatto a livello nazionale per la creazione di una rete a livello nazionale.
Le produzioni sono realizzate sotto forma di rubriche indipendenti; cioè senza imposizione di modelli, tempi e contenuti e sono rivolti ai bambini, bambine ed adolescenti; con l’aiuto della squadra di CORAPE.
Sul piano internazionale, CORAPE collabora a stretto contatto con altri due network: La Asociacion Latinoamericana de Education Radiofonica – ALER- e La Asociacion Mundial de Radios Comunitarias – AMARC-
CORAPE e la nuova Costituzione in Ecuador
In quest’ultimo decennio, l’Ecuador è stata la democrazia più instabile dell’America Latina, caratterizzata da governi deboli, con coalizioni instabili.
Nel 1997, il governo di Abdalà Bucaraman fu destituito in seguito ad una protesta cittadina portata avanti dal Fronte Patriottico, una coalizione formata dal CONAIE, indigeni, campesinos e le organizzazioni femministe.
Il CONAIE si opponeva alla piattaforma neoliberale del governo e alla creazione del Ministero di Etnicità e Cultura, che secondo il CONAIE rappresentava solo un settore limitato del movimento indigeno.
Inoltre, gli indigeni e il movimento dei lavoratori si aspettavano dal governo la creazione di un’Assemblea Costituente, promessa da Bucaram in campagna elettorale.
Durante la protesta, i militari si rifiutarono di appoggiare il Ministro e il Congresso decise di non dare fiducia al governo e dichiarare lo stato d’infermità mentale di Bucaraman, appellandosi all’articolo 100/78 della Costituzione.
Nel 2000, Jamil Muahd fu destituito da un golpe civile- militare.
I fattori che portarono alla caduta del governo furono di natura politica ed economica.
Dal 1990, il debito estero, i cicli oscillanti del prezzo del petrolio e la crisi bancaria contribuirono ad aumentare la crisi economica, che colpì soprattutto i ceti medio bassi. Fino al 1999, la povertà era salita al 63.5% (31% di povertà assoluta).
Per superare la crisi economica, Mahuad propose di adottare il dollaro statunitense come moneta ufficiale. Questo piano economico non fu accettato dal movimento indigeno, per le ricadute negative che gli effetti della dollarizzazione potevano avere sul piano sociale.
Il CONAIE organizzò delle proteste nelle principali città del Paese.
La protesta di Quito si trasformò in una rivolta sociale: il 20 gennaio del 2000, i manifestanti occuparono il Congresso e proclamarono il Parlamento del Popolo. Alla rivolta si unirono i giovani ufficiali dell’esercito, capeggiati dal colonnello Lucio Guitierrez, che alleandosi con il leader del CONAIE Antonio Vargas, costiturono una Giunta Civile-Militare.
Il comune denominatore di questa alleanza singolare fu il malessere economico e il senso di dignità nazionale, dalla quale gli indigeni erano stati esclusi da anni.
La mobilitazione nazionale e i cortei erano contraddistinti da bandiere nazionali e tutti richiedevano le dimissioni di Mahuad.
La Giunta emise un decreto destituendo Mahuad e due giorni dopo la sua destituzione, le forze armate sciolsero la Giunta Civile Militare, affidando la presidenza a Noboa, un economista, docente dell’Università cattolica di Guyaquil, che non apparteneva a nessun partito politico.
Noboa portò avanti la dollarizzazione, negoziando con le istituzioni finanziarie internazionali, i partiti di centro sinistra del Congresso e i movimenti sociali, in particolare il CONAIE.
Il governo promise il congelamento del prezzo del petrolio, di non aumentare l’IVA e incrementare i progetti di sviluppo nelle comunità indigene più povere.
A marzo del 200 la dollarizzazione passava.
Questa ebbe dei vantaggi nella stabilizzazione della macroeconomia, ma delle ricadute pesanti sui consumatori e i ceti medio bassi.
La dollarizzazione comportava infatti una equiparazione dei prezzi fra il paese a economia e moneta forte e quello che assume il dollaro.
Il governo tecnico di Noboa terminò il suo mandato nel 2002, in seguito ad uno scandalo di corruzione per la privatizzazione dei servizi pubblici (elettricità e telecomunicazioni) e nel novembre dello stesso anno fu eletto il colonnello Lucio Guitierrez come candidato del nuovo partito Sociedad Patriotica (PSP). L’alleanza con il partito Pachakutic, che rappresentava il movimento CONAIE, e con il Movimento Popular Democratico fu determinante per la sua vittoria elettorale.
La campagna elettorale di Guitierrez era incentrata sul nazionalismo, contro le oligarchie del Paese e la corrotta politica dei governi precedenti.
Nel 2003, il movimento indigeno ruppe l’alleanza con Guitierrez in seguito a degli accordi che il presidente prese con i banchieri dell’Ecuador e le istituzioni finanziarie internazionali, per promuovere la crescita economica secondo le linee delle istituzioni finanziarie.
Nel frattempo, il governo venne indebolito sia dallo scontro interno sulla politica economica e sanitaria sia dall'accusa di corruzione a carico dello stesso Gutiérrez, accusato di impiegare fondi pubblici nella campagna elettorale per le amministrative.
In seguito allo scandalo, il governo di Guitierrz limitò la libertà di stampa, censurando giornali e chiudendo alcune emittenti radiofoniche comunitarie, tra cui Radio Luna e Radio Vision.
Durante il suo mandato cercò di fare approvare al Congresso una legge che limitava la libertà di espressione, per motivi di sicurezza nazionale, prendendo dei provvedimenti penali contro i giornalisti ecuadoriani più critici verso il governo.
Gli accordi con le oligarchie del Paese e la limitazione dei mezzi d’informazione generarono, nel 2005, una grande mobilitazione popolare a Quito, Guayaquil e Cuenca, che provocò la caduta del governo del Generale Lucio Guitierrez.
In Ecuador i mezzi di comunicazione erano controllati dal governo.
Una legge del 1975 non riconosceva le radio comunitarie ed era possibile ottenere una licenza solo per scopi commerciali.
Nel 1992, la legge fu modificata e venne introdotto il diritto di possedere una licenza anche per scopi culturali, educativi e religiosi.
Tuttavia, la possibilità di ottenere una licenza non era facile e spesso era necessario avere dei buoni contatti politici.
Nel 1996, il governo stipulò una legge speciale per il funzionamento delle radio comunitarie. Con questa legge era possibile aprire un’emittente radiofonica comunitaria, ma con forti restrizioni. Per esempio, la potenza della trasmissione era limitata all’area della comunità, non era concesso avere degli spazi pubblicitari ed era necessaria una speciale autorizzazione governativa per motivi di sicurezza nazionale.
Subito dopo la caduta di Bucaraman, il Congresso presentò una nuova carta costituzionale, che fu approvata il 5 Giugno del 1998, con un referendum popolare.
In occasione dell’approvazione della nuova carta costituzionale, la Coordinadora de Radios Populares y Educativas del Ecuador (CORAPE) presentò un’istanza costituzionale, per modificare la legge sulla Radio e Televisioni.
Nella Costituzione del 1998 fu introdotto il diritto di avere la licenza per una radio o una televisione.
L’articolo 23 comma 10 della Costituzione riconosceva il diritto all’informazione delle comunità indigene, campesine e afroecuadoriane come tutela dell’espressione culturale e consolidamento dell’interculturalità.
Dopo le elezioni di Guitierrez, in seguito alla scissione con l’alleanza indigena, il governo dell’Ecuador tentò nuovamente di limitare l’informazione, in particolare introducendo delle norme a scapito delle radio comunitarie.
Nel 2003, il governo di Guitierrez presentò al Congresso una legge per chiudere tutte quelle radio e televisioni che criticavano il governo. Il direttore di Radio Luna, Paco Velasco, fu accusato di cospirazione contro lo Stato e nel 2004 il governo fece chiudere la radio.
Durante le manifestazioni cittadine, le radio comunitarie erano tra le poche emittenti a informare costantemente la popolazione sugli avvenimenti del Paese.
Radio Luna era particolarmente attiva all’interno del movimento, denunciando l’azione del governo contro la legge che censurava le radio.
L’attività delle emittenti comunitarie riprese dopo la caduta del governo Guitierrez, tuttavia con forti limitazioni e controllo da parte dello Stato.
Nel 2006, il governo di Rafael Correa assunse la presidenza con il 57% dei voti. La campagna elettorale del nuovo presidente era stata sostenuta dal movimento di Alianza Pais (AP), fondata nel 2005 da Rafael Correa e un gruppo di intellettuali di sinistra, in seguito alle proteste cittadine del 2004-2005. I temi espressi da Alianza Pais erano incentrati sulla fine del potere della “mafia politica” attraverso la riorganizzazione del Congresso e delle istituzioni e includendo la partecipazione dei cittadini alla vita politica, per una società equa ed una politica etica. L’organizzazione AP godeva dell’appoggio di tutti quei movimenti politici più progressisti, che sostenevano la stabilità della democrazia nel Paese.
Rafael Correa era un uomo politico poco conosciuto, entrò per la prima volta sulla scena politica subito dopo la caduta di Giuterriez, in qualità di Ministro dell’economia sotto il governo di Alfredo Palacio.
Correa era docente di economia presso la facoltà di san Francisco a Quito e i suoi lavori accademici erano incentrati su temi come: macroeconomia, riduzione della povertà e giustizia sociale.
Per ottenere consenso, Correa diede alla sua campagna elettorale una forte enfasi nazionalista, puntando sugli attori più dinamici del Paese. Promise un cambiamento politico radicale in Ecuador, garantendo alla popolazione trasparenza e onestà a differenza dei governi precedenti e, inoltre, di aumentare i fondi per la spesa sociale e a favore dei progetti di sviluppo.
Sul piano delle riforme istituzionali, Correa propose la creazione di un’Assemblea Costituente e un referendum per l’approvazione di una nuova Costituzione, incentrata sul rispetto e la difesa dello stato di diritto e la separazione dei poteri. In politica estera promise di non rinnovare l’accordo della base militare degli Stati Uniti, presente a Manta.
L’Assemblea Costituente rappresentava un primo passo per la costruzione di un nuovo patto sociale e la creazione di riforme istituzionali, politiche ed economiche importanti per la società civile.
I temi sociali occuparono un grande spazio nel progetto politico di Correa e furono sostenuti da movimenti sociali locali.
Le associazioni femministe, per esempio, parteciparono attivamente allo sviluppo del programma della campagna di Correa, in particolare su temi come l’istruzione e la sanità e la promozione dell’equità di genere, attraverso progetti di microcredito.
Il piano di governo del Movimento Alianza Pais prevedeva, inoltre, l’integrazione delle popolazioni indigene e il multiculturalismo, la tutela dei diritti degli emigranti ecuadoriani all’estero, cercando di ridurre il fenomeno dell’emigrazione attraverso progetti di sviluppo a favore dei giovani delle comunità e le donne.
Il referendum del 15 aprile del 2007 approvò l’Assemblea Costituente, 82% dei voti favorevoli ed una partecipazione alle urne del 71% .
Le Radio Comunitarie avevano sostenuto la campagna referendaria del si, attraverso una capillare informazione su ciò che significava l’Assemblea Costituente per la tutela dello stato di diritto e attenuazione della povertà.
Inoltre, le radio difesero il referendum, che rischiava di essere invalidato a causa di un provvedimento del Tribunale Supremo Elettorale, che richiedeva l’approvazione del referendum dal Congresso pag.23.
In seguito all’insediamento dell’AC, Correa assegnò al consiglio nazionale di educazione superiore (CONESUP) la responsabilità di preparare una bozza della nuova carta costituzionale.
La giunta del CONSESUP, formata da otto giuristi, doveva analizzare tutte le proposte presentate dai partiti, movimenti sociali e sindacali, le istituzioni pubbliche e private.
Le proposte erano incentrate su quattro grandi temi: diritti e libertà fondamentali, riforme politiche, nuovo ordine territoriale e nuovo modello economico.
Il Coordinamento delle radio popolari (CORAPE) ha avuto un ruolo importante nella stesura della costituzione ecuadoriana, per quanto riguarda gli articoli che regolano il diritto all’informazione.
“Come Corape abbiamo inciso su questi aspetti, perché la comunicazione non sia solo un mezzo di riflessione interna, ma un mezzo incisivo sul potere politico ed economico e per affermare che è possibile un altro tipo di comunicazione” (intervista a Don Eduardo Errero, direttore di Radio Latacunga)
La nuova costituzione, approvata nel settembre il 28 settembre 2008, riconosce tre forme di comunicazione e di emittenti: pubblica, privata e comunitaria; sancisce il diritto alla comunicazione come espressione della società civile.
Il disegno costituzionale, a differenza delle altre Carte Costituzionali, introduceva delle novità , per esempio, il principio della partecipazione democratica e la divisione dei poteri, come garanzia di stabilità e trasparenza; tutela dei diritti delle fasce più deboli: donne, bambini, adolescenti, disabili e anziani; valorizzazione delle comunità e della cultura indigena: introduzione del bilinguismo nelle scuole e università; tutela della biodiversità.
Anche in questo caso, le radio comunitarie hanno giocato un ruolo importante per la campagna del si.
La rete Corape si è mobilizzata per informare e stimolare l’opinione pubblica su temi importanti come lo stato di diritto e la democrazia.
Le radio, come espressione del movimento indigeno, condividevano le critiche di Correa ai partiti tradizionali, appoggiavano l’idea di una nuova Carta Costituzionale come rafforzamento dei diritti del popolo indigeno.
Per il movimento indigeno l’approvazione della Costituzione ha significato l’affermazione del multiculturalismo e del pluralismo.
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